La Lista Di Schindler by Thomas Keneally

La Lista Di Schindler by Thomas Keneally

autore:Thomas Keneally
La lingua: it
Format: mobi, epub
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788882746940
editore: Frassinelli
pubblicato: 1982-01-01T23:00:00+00:00


Raimund Titsch effettuava pagamenti di tutt'altro genere. Titsch era un tranquillo austriaco cattolico, con un'andatura zoppicante che qualcuno diceva fosse frutto della prima guerra mondiale e qualcun altro di un incidente in età infantile. Era di una decina d'anni più vecchio di Amon e di Oskar. All'interno del campo di Płaszòw dirigeva la fabbrica di uniformi di Julius Madritsch, un'azienda di tremila unità fra cucitrici e meccanici.

Uno dei suoi modi di pagare era attraverso le sue partite a scacchi con Amon Goeth. L'edificio dell'amministrazione era collegato per mezzo del telefono con la fabbrica Madritsch e spesso Amon convocava Titsch nel suo ufficio per una partita.

La prima volta che Raimund aveva giocato con Amon, la partita era terminata in mezz'ora e non a favore dell'Hauptsturmführer. Titsch, che si era lasciato morire sulle labbra l'esclamazione tutt'altro che trionfale «Scacco matto!», era rimasto sbalordito per l'accesso d'ira a cui si era abbandonato Amon. Il comandante aveva afferrato il pastrano e il cinturone, li aveva allacciati entrambi, e si era cacciato il berretto in testa. Raimund Titsch, spaventato, era sicuro che Amon sarebbe uscito in cerca di un prigioniero da castigare per quella sua insignificante vittoria agli scacchi. Da quella prima volta, Titsch aveva cambiato rotta. Ormai impiegava fino a tre ore per perdere con il comandante. Quando gli impiegati dell'amministrazione vedevano Titsch avanzare zoppicando per via Jerozolimska per andare a fare il suo dovere con gli scacchi, sapevano che in cambio ne avrebbero avuto un pomeriggio più tranquillo.

Una modesta sensazione di sicurezza, che si propagava alle officine e perfino a quegli infelici addetti a spingere i carrelli.

Ma Raimund Titsch non si limitava a giocare a scacchi a titolo preventivo.

Indipendentemente dal dottor Sedlacek e dall'uomo con la macchina fotografica tascabile che Oskar aveva accompagnato a Płaszòw, Titsch aveva incominciato a fotografare. Talvolta dalla finestra del suo ufficio, talaltra dagli angoli delle officine, fotografava i prigionieri con la divisa a strisce lungo la linea dei carrelli, la distribuzione del pane e della zuppa, gli scavi di fogne e fondamenta. Alcune di quelle foto probabilmente raffiguravano il rifornimento illegale di pane alle officine Madritsch. Delle pagnotte scure venivano acquistate dallo stesso Raimund, con il consenso e il denaro di Madritsch, e portate a Płaszòw con dei camion, sotto balle di stracci e rotoli di tessuto. Titsch fotografava le pagnotte scure che passavano frettolosamente di mano in mano fino al magazzino di Madritsch, fuori della portata delle torri di osservazione.

Fotografava le SS e gli ucraini in marcia, al lavoro, durante le ore di svago. E un giorno riuscì a fissare sulla pellicola una squadra alle dipendenze dell'ingegner Karp, destinato ben presto a essere dilaniato e mutilato dai cani. Con un campo lungo riuscì a cogliere tutta la scena nella sua desolazione. Sembra che sul terrazzo di Amon abbia perfino preso dei primi piani del comandante abbandonato su una sdraio. Goeth si stava ormai avvicinando ai centoventi chilogrammi e il dottor Blancke, un medico delle SS da poco a Płaszòw, gli ripeteva di continuo: «Basta così, Amon, devi perdere un po' di peso».



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